Alle volte la natura pone rimedio a se stessa. Gli umani non lo sa sanno e devono scoprirlo. Come in questo caso. Oramai sappiamo che le barriere coralline sono soggette a sbiancamento ed a morte certa. Così una parte dei fondali e dei suoi abitanti sparisce. Ora però studi recenti hanno confermato alcuni sospetti che i ricercatori avevano già da tempo e ciò che i pesci pappagallo (scaridi) con la loro strana attività possono ripristinare una parte del territorio che si sta disgregando. Questa specie si ciba voracemente di alghe e corallo (madrepora) morto. Passano il 90% del loro tempo a pizzicare con i loro grossi denti questi due elementi. Dopo essersene cibati li rilasciano. Nei mari tropicali è una vista consueta. Ciò che rilasciano e sabbia, ciascuno di loro ne realizzare ben oltre 300 chili all’anno. Da una parte asportano ciò che è morto dall’altra producono sabbia senza alcuna scoria. Questi pesci per altro molto colorati, di specie e stazze diverse, vivono praticamente in tutte le acque tropicali. Sono oggetto di caccia indiscriminata da parte delle popolazioni locali che li cattura in gran numero con tutti i metodi possibili, leciti e illeciti. In base a questa nuova “scoperta” avvenuta da diversi istituti di ricerca una prima area del Pianeta ha deciso di proteggere questa specie proprio per cercare di ripristinare i propri fondali corallini che sono senz’altro ridotti male.
Si tratta di Barbuda, isoletta dei Caraibi, il cui governo da deciso di combattere pesca, cattura, possesso e vendita di tale specie. Vietate anche le reti sui pochi reef corallini ancora esistenti. In questo modo si pensa che il lavorio di questa specie di pesce possa in qualche modo rimpiazzare ciò che è andato perduto.
Il pappagallo è una specie che è sempre stata presa poco in considerazione, eppure ha caratteristiche molto particolari. E’ stato provato che sono animali ermafroditi “sequenziali” e si accoppiano in una sorta di harem. Quindi cambiano sesso con una certa rapidità. Purtroppo però diventando adulti i maschi rimangono tali e poiché sono di stazza più grande sono quelli che vengono cacciati mettendo a rischio la riproduzione della specie.