Ci si può arrivare solo con un’imbarcazione in grado di affrontare l’onda lunga del Pacifico. Il viaggio richiede una notte di navigazione o poco più. Per imbarcarsi bisogna arrivare fino nel Messico orientale, dalle parti della penisola della California sugli imbarcaderi di Cabo San Lucas, cittadina multicolore e chiassosa bagnata dall’oceano e dal mar di Cortez.
socorro_map_webQui non siamo che all’inizio di questo lungo viaggio una semplice trasferta prima di un altro trasferimento oceanico, prua diretta verso il minuscolo arcipelago di Revillagigedo, simile per molti versi alle più famose Galapagos.
Socorro, Clarion, Roca Partida, Benedicto ne fanno parte, cime di montagne sottomarine che si elevano dal fondo per oltre mille metri.
Caratterizzate dalla loro posizione – distano da terra tra 720 e 900 chilometri – e dall’assenza di esseri umani ad esclusione della recente sorveglianza militare (1957 National Protected Area by the Mexican Government in 1994) atta a vietare questi lembi di terre emerse a usi illegali.

Hernando de Grijalva le esplorò per la prima volta il 21 dicembre 1533, poi nessun altro. Da tempo erano abitate da mammiferi marini, luogo di appuntamento per i grandi nuotatori oceanici, uccelli di ogni genere.
Spontaneamente si sono sviluppate specie endemiche, vivono e proliferano solo qui, un po’ quello che accade in altre parti dove la distanza dalla terra ferma è eccessiva per gli spostamenti. Grijalva, l’ammiraglio spagnolo che vide stagliarsi il profilo di Santo Tomàs – l’odierna Socorro – vi mise cinque giorni prima di poter mettere piede a terra.
Questa e le altre isole sono scogli giganti, rocce arse dal sole e battute dal vento, senza un accesso a terra, con pareti a picco sull’oceano, pareti che si perdono in discese vertiginose sotto il pelo dell’acqua. Uno spettacolo emozionante, tipico della natura.

Questo è ciò che si può incontrare in un viaggio spettacolo come questo dove si incontra il vero oceano Pacifico, navigando, i suoi abitanti più antichi, le sue isole nere di lava vecchie come il mondo emergere dalle profondità.
Per una sorta di calendario biologico qui in determinati periodi dell’anno si danno appuntamento specie diverse che iniziano il loro percorso da chissà dove. L’appuntamento è per incontrarsi e generare prole o per sfamarsi il più possibile per mettere su grasso per i mesi più duri. Sta di fatto che i più “selvatici” si raduno lungo le pareti scoscese di Socorro e possono offrire uno spettacolo.
A cavallo dell’anno con il nuovo – l’arcipelago è fruibile da novembre a metà giugno – gli squali martello arrivano numerosi. Nel frattempo le prime “humpbach whale” si radunano per cibarsi e procreare. Da gennaio ad aprile saranno numerose. In questo andazzo ci sono anche gruppi di delfini “bottle nose” e gli altri grandi predatori oceanici che razzolano attorno come i “silky shark”, i silver tip, gli squali delle Galapagos e i più piccoli squali da barriera. Non mancano i martello e ci si può imbattere nel grande martello grigio che si muove sempre da solo e non in gruppo come i fratelli minori.
Unico grande assente il tigre, raro visitatore.

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Motoryacht Solmar V

Sempre presenti i grandi pelagici come tonni, maccarelli, bonito e numeroso lo stanziale da i piccoli esemplari tropicali a cernie e polpi di buone dimensioni. Una particolarità di questi fondali sono le mante, anche quelle giganti che arrivano a dimensioni eccezionali, molte stanziali, facili da nuotarci assieme, possibilmente senza toccarle. Uno dei luoghi, noto a livello internazionale, è il “Boiler” a San Benedicto dove questi stupendi animali si possono incontrare anche fuori dalla loro stagione degli amori.
I punti di immersione frequentati dalla crociera subacquea del Solmar V sono molti e differenti anche se non sempre i soliti per via delle condizioni atmosferiche che possono variare di volta in volta. La garanzia di poter fare incontri “stellari” comunque c’è sempre perché l’esperienza accumulata in 14 anni di viaggi e immersione ne dà una solida certezza.