E’ dall’altra parte del Pianeta. Ma se questo non bastasse è nel bel mezzo della regione del Raja Ampat, quel gruppo di isole grandi e piccole che si trovano all’estremità della Papua indonesiana. Gli unici rumori fastidiosi da queste parti sono il fruscio del vento, il tamburellare della pioggia forse e il costante movimento del mare. Esattamente l’Agusta Eco Resort si trova sull’isola da cui prende il nome, posizionata nel canale tra Sorong, la cittadina più importante della Papua, e l’isola di Waiego.


L’Eco Resort è la sola costruzione su questo lembo di terra (30 minuti a piedi per girare l’intero perimetro) a due ore di navigazione da Sorong. Nel bel mezzo del Raja Ampat dove la natura subacquea si esprime al suo meglio. Destinazione che non può tradire alcuna aspettativa. Come dire che se non ci si meraviglia di quel che si incontra qui si può dedurre che il resto del mondo marino non possa che annoiare.
La fama di questi fondali ha fatto il giro del mondo, immagini strabilianti sono disponibili ovunque per farci sognare. Nato da poco, gestito da italiani, l’Eco Resort è realizzato in stile locale, dieci cottage tra i 46 e sessanta metri quadrati affacciati sul mare con terrazze arredate di mobilio in legno, dotate di aria condizionata e ventilatori., e con bagni privati con acqua fredda e calda e doccia all’aperto. Un’ampia area relax comune ha il ristorante che propone una cucina curata con piatti indonesiani tradizionali e specialità italiane e internazionali.

L’energia elettrica per il funzionamento dell’intera struttura è prodotta da un sistema di pannelli solari.
Non manca il centro subacqueo, ampio e spazioso, munito di quattro compressori per la carica di 120 bombole da 12 litri in alluminio e due grandi vasche per il risciacquo delle attrezzature. Per il noleggio dispone di circa 30 Gav, 25 erogatori octopus, 60 mute intere, una trentina a gamba corta, 30 paia di pinne e 40 maschere con snorkel.
Che dire dei fondali marini se non ripetere le magnificenze già scritte o raccontate? Difficile aggiungere altro se non specificare che questo bacino al limite del mondo è rimasto incontaminato fino a pochi anni fa e, se non per una piccola parte intaccata da viaggiatori curiosi, il resto lo rimarrà ancora a lungo proprio per le condizioni fisiche in cui si trova l’intero territorio.
Solo nel 2007, per indicare quanto sia recente la scoperta di questi fondali, un biologo di fama internazionale quale Gerald Allen, autore di una quarantina di libri, faceva notare come queste aree marine fossero “invase” da un’alta percentuale di biodiversità tanto da aggiungere alle specie già note oltre un migliaio di sconosciute. Con la previsione che altre se ne scopriranno. Facile quindi che immergendosi in questi fondali si incontri qualcosa di mai visto a cui nessuno ha ancora dato un nome. Abbastanza eccitante.