Non è che dobbiamo frequentare i pendii sabbiosi delle Sulawesi settentrionali per vedere un animaletto strabiliante. Ma se capita che siete da quelle parti fateci attenzione. Perché potrebbe sorprendervi.
L’ Amphioctopus marginatus, questo nome e cognome reale, tradisce nella composizione del termine di che animale marino sia. E’ un octopus, un polpo, di dimensioni davvero ridotte – lunghezza media 8 cm; apertura braccia media 15 cm – a cui è stato appioppato il soprannome di polpo del cocco.
Come tutti gli altri suoi simili può alterare la colorazione per mimetizzarsi, il colore normale del corpo è bruno-rossastro, chiazzato con linee scure che ricordano le vene – da qui anche il primitivo “polpo venato” – sifone giallo e ventose bianche estremamente appariscenti. Un altro modo in cui sono facilmente riconoscibili è dalla gonna (tessitura) tra le braccia, che va molto più verso la punta delle braccia con un aspetto simile al paracadute.
Biologi australiani hanno notato nel 2009 una suo stravagante atteggiamento che ha fatto addirittura cambiare il suo nome volgare. Da venato a del cocco.
Il mini polpo raccoglieva gusci vuoti di cocco da utilizzare come casa mobile e fu così che si scoprì che usava solo questo tipo di protezione schifando il resto. Il modus operandi del polipetto fu registrato scientificamente e da allora lui e i suoi compari- che avevano le medesime abitudini – dovettero cambiare nome.
Di notevole intelligenza e capacità fuori dal comune è stato visto scegliere il guscio nella sabbia, scavarlo, pulirlo ben bene con i suoi getti, poi metterlo sotto le braccia per portarlo altrove. Per poterlo fare il polipetto quasi si siede nel guscio, fa fuoriuscire quattro braccia oltre il guscio che usa per muoversi rapidamente, zoppicando leggermente. Il primo invertebrato, una delle poche creature marine, ad aver imparato l’uso degli arti.
Molto curioso, spesso assalta anche i sub che gli passano a tiro. Qualcosa richiama la sua attenzione e, zap, la catturano. Ma niente paura, cercherà solo di tastare quella parte che lo ha richiamato per poi mollarla perché ha compreso che non gli è di nessuna utilità. Se gli viene offerto un guscio molla tutto, lo prende e se ne va nella sua tana.
Il polpo del cocco vive di gamberi, granchi e vongole, anche piccoli pesci, se li può catturare. Momenti preferiti per la caccia crepuscolo e alba. Si nutrono afferrando la loro preda con le braccia o soffocandola con la loro gonna (le aree palmate tra le loro braccia). Come tutte le altre specie ha un morso velenoso che paralizza la preda. Il veleno non rappresenta una minaccia per gli umani, a differenza del loro parente più infamato: il polpo ad anello blu.
Durante alcuni periodi dell’anno li vedremo a giorni alterni, mentre altre volte potremmo cercarli per settimane o mesi senza incontrarne uno.
Anche se non sono notturni, più facile trovarli di notte, quindi la soluzione migliore sarebbe di partecipare ad una immersioni notturna. Se non si trovano loro si possono incontrare altri cefalopodi.
Curiosi come sono diventano soggetti facili da fotografare, spesso rimangono in un punto per lungo tempo. Hanno quasi sempre un guscio, e se non lo hanno puoi scommettere che ne stanno cercando uno. Come per tutte le creature marine anche costoro non vanno disturbati o molestati. Da evitare di sparargli il flash più volte negli occhi. Potrebbe rimanere stordito e diventare una preda.
Scegliendo di visitare le Sulawesi per i superbi fondali che possiede, un base accogliente potrebbe essere il Siladen Resort & Spa, comodo, moderno e funzionale con tanti siti d’immersione – diurni e notturni – a pochi minuti di navigazione. Non c’è solo il polpo del cocco come attrazione, ma molto molto altro.