A sud ovest di Manila, Filippine, si stende lunga e affusolata l’isola di Palawan che separa il Mar di Sulu dal settentrionale Mar Cinese.
Gli stessi filippini considerano quest’isola come l’ultima frontiera ecologica del loro Paese. Forse per il semplice fatto che la conformazione geologica di quell’isola specie nella parte settentrionale non assomiglia a nessun’altra regione o come dicono loro provincia del loro Paese.
In effetti è vero perchè quello che si può vedere qui è davvero diverso dai panorami tipici dell’arcipelago e sorprende chi le visita con panorami frastagliati da enormi rocce sporgenti dal mare, acque azzurre e molto molto verde.
Che spiccano in modo particolare a nord, in quell’area intricatissima indicata come El Nido, termine di antica reminiscenza spagnola.
Puerto Princesa, capoluogo, o se vogliano cittadina di maggior importanza, sta più a sud e non ha di certo l’attrazione stimolante di El Nido con le innumerevoli baie e il suo piccolo paesino arroccato sulle rocce a strapiombo sul mare. El Nido vuole farsi ricordare per la missione che si è dato “be green” – essere verde – dall’acronimo GuardRespect, Educated El Nido, area ovviamente protetta, vecchia di 250 milioni di anni dove tra l’altro vivono 800 specie di pesci, 400 di coralli e 15 specie endemiche di uccelli e piante.
El Nido con la sua mutevole e straordinaria conformazione offre tre diversi profili di soggiorno acquatico e subacqueo in tre diverse aree specifiche, ciascuna con dettagli precisi si potrebbe dire. Miniloc, dall’atmosfera rustica, di facile accesso con baie ampie e piccole lagune è luogo ideale per snorkel, sub e pesca d’alto mare. Apulit, eco resort per chi ama l’avventura, con immersioni su un relitto giapponese e pareti da scalare. Pangulasian è l’eco resort lussuoso, l’isola del sole perchè alba e tramonto sono visibili sempre dalle sue finestre.