La Polinesia, piccole isole spruzzate su un immenso oceano, verdi montagne che si rispecchiano sul turchese del mare, sabbia, coralli, vento, antichi abitanti. Raffigurazione del paradiso terrestre, luogo fuori dal comune. 118 isole, 5 arcipelaghi: le Isole della Società (Tahiti, Moorea, Bora Bora e Huahine); le Tuamotu (Rangiroa, Tikehau, Manihi e Fakarava); le Marchesi, le Gambier e le Australi.
Ognuna possiede un proprio carattere e una propria anima: le Isole della Societa’, le Marchesi e le Australi sono composte da isole vulcaniche. Le Tuamotu e le Gambier sono atolli corallini. Alcune sono preziose per i loro fondali marini.
Fakarava, con una laguna racchiusa all’interno di una stretta striscia di sabbia e coralli lunga sessanta chilometri, tra le destinazioni polinesiane è di sicuro una delle meno scontate. Dichiarata Riserva Protetta della Biosfera dall’Unesco registra, stagione dopo stagione, un aumento nella curiosità dei viaggiatori che si spingono fino a qua per la diversità che la contraddistingue. In pratica è una cornice di coralli e sabbia che ingloba una laguna di acqua trasparente. Da una parte la “cornice” è flagellata dal constante lavorio dell’oceano, dall’altra, sottovento, è abitata da circa un migliaio di residenti, dove si respira l’aria di posto di frontiera. Qui si vive di copra, coltivazioni delle perle e turismo subacqueo che ha due particolari attrazioni nelle due grandi pass che collegano la laguna all’ oceano. Garue Pass a nord, circa 800 metri di ampiezza, che con il fluire della corrente è un palcoscenico aperto sull’oceano. Qui si può davvero vedere e incontrare di tutto. Tumakohua Pass, la pass del sud, è più stretta, la corrente è meno violenta, ma la quantità di animali marini è uguale.
Rangiroa è l’atollo nelle Tuamutu secondo per estensione solo a Huvadhu (Maldive), e Kwajalein (Marshall). Ha 250 isole, quasi 80 chilometri quadrati di superficie e cento pass che bucano la barriera corallina. Due soli però i centri abitati (2500 abitanti) da cui si parte per le escursioni in mare: Avatoru e Tiputa nella parte settentrionale dell’atollo. Le principali pass prendono il nome da questi luoghi. Avatoru è praticabile sia con alta che con bassa marea, ma sempre sotto l’occhio esperto delle guide locali anche per avere il meglio sulla possibilità di incontri. Tiputa offre un po’ di più, le profondità sono maggiori, corrente talvolta più sensibile, ma sicuramente c’è più movimento e quindi più spettacolo naturale.
Moorea, 18 miglia da Tahiti, è caratterizzata da fondali molto movimentati. E’ vulcanica, si adagia in mare come un enorme cono frastagliato circondato da una laguna turchese. I suoi panorami sono celebri ed è una delle isole incantate del mondo. I fondali per le escursioni subacquee a nord , vanno da bassi giardini di corallo a pareti scoscese, per osservare le numerose specie marine che abitano questi luoghi.
Bora Bora, arcipelago delle Sottovento a 250 miglia da Tahiti. Chiamata l’Isola Suprema giace all’ombra dell’Otemanu e del monte Pahia, cime spesso coperte da nuvole bianche. Quest’isola, che incarna il fascino dei Mari del Sud, è conosciuta in tutto il mondo come l’Isola dei Sogni, la perla del Pacifico. La Pora Pora del capitano Cook del 1777 è poi diventata l’attuale Bora Bora nomignolo datogli dai soldati americani nella Seconda Guerra Mondiale. Per le escursioni subacquee i siti più interessanti sono verso la parte esterna della barriera e nelle pass di cui la più famosa è la Teavanui a Vaitape che propone un tuffo tra decine di squali limone. Non lontano altro sito curioso: giocare con le numerose razze che abitano il luogo caratterizzato da sabbia chiara e acqua trasparente.