Bisogna ingrandire la carta geografica per individuare Pulau Alor, arcipelago  delle Lesser Sunda (Piccole Isole della Sonda) che comprendono anche Bali, Lombok, Sumbawa e Flores. Due isole dell’arcipelago di Alor, quelle più a oriente, sono parte di Timor Leste proprio per l’estrema vicinanza con questa nazione isolana. Curiosamente Alor – parte della provincia East Nusa Tenggara – fa parte delle 92 isole elencate dal Governo indonesiano come outlying islands perché geograficamente isolate o troppo vicine ad altre nazioni. Una ventina di queste sono ancora disabitate.

Non siamo al confine del mondo, ma quasi, nel senso che questa destinazione è ben lontana dalle classiche mete un po’ più semplici da essere raggiunte anche nell’intricato ed esteso territorio indonesiano. L’arcipelago di Alor – capitale Kalabahi – comprende alcune isole che si stendono nel raggio di una cinquantina di chilometri ed una serie di minuscole parti di terra emersa – tecnicamente sono isole – sparse in modo frammentario. In totale una ventina. Non è un territorio molto vasto, ma è molto articolato, con isole dai contorni molto frastagliati che formano baie profonde, golfi, stretti. Una geografia complessa. Un territorio in cui il turismo fa fatica ad arrivare, un vero playground per gli appassionati di immersione che da tempo hanno scoperto quest’inconsueto angolo di Indonesia. Dove i resort specializzati sono meno delle dita una mano e quelli che possono ospitare un turismo internazionale si riducono ancora. Eppure il mare da queste parti è rigoglioso, ricco di opportunità subacquee, vivo in ogni suo aspetto, curioso né più né meno che in altre altisonanti destinazioni.

A grandi linee l’area interessata alle immersioni va da alcuni reef dell’isola di Adonara, molto ad est, per arrivare a Pantar, la seconda isola per estensione del piccolo arcipelago, che forma con Alor uno Stretto in cui si trovano quattro isolotti (Pura, la più estesa, Buaya, Ternate, Kepa). Questo è il sito forse di maggior interesse, quello più accessibile, punto di convergenza tra le acque del Mar di Flores e quelle oceaniche provenienti dall’Australia, ricche di nutrienti. Questo flusso fa sì che si sia sviluppata una migrazione costante per la maggior parte dell’anno, più evidente quando la temperatura dell’acqua oceanica è più fresca. I fondali dello Stretto sono residenza di decine di specie di coralli e centinaia di animali marini. Non mancano i sottili e introvabili coralli neri, le spugne a barile, ampie gorgonie e numerosi pesci di barriera, come non mancano anche i grandi pelagici dalle mante, ai delfini, alle balene che usano attraversare il Canale.

Il canale che divide le due isole offre i migliori fondali

Il canale che divide le due isole offre i migliori fondali

La gran vita presente è dovuta in massima parte al flusso di acqua che scorre: le correnti sono molto sensibili, spesso forti, cambiano direzione rapidamente, le guide lo sanno e ne tengono conto. Ma è la forza di questo luogo in cui si possono osservare animali davvero molto grandi, con una visibilità dell’acqua che non scende mai al di sotto dei 30 metri. Nello Stretto di Pantar si possono contare circa 40 siti di immersione tutti eccellenti. Solitamente sono pareti scoscese e visitabili in corrente, ma vi sono punti dove la profondità è minore e il flusso di marea è meno sensibile e dove si possono ammirare le straordinarie bellezze di questo luogo. In particolare amato dai fotosub che cercano le piccole e curiose creature che vivono nei fondali detritici, immersioni note come muck dive di questa regione è indubbiamente la nuova capitale. I resort disponibili sono due: l’ Alor Eco Dive Resort sulla costa di Pantar direttamente sullo Stretto e l’Alami Alor Dive Resort sulla costa di Alor affacciato sulla Kalabahi Bay, lo stretto fiordo che dirige verso la capitale. Per entrambi, nel realizzarli, si è pensato a inserirli nella natura del luogo; sono costruiti in materiali naturali, seguono lo stile delle case delle isole e se non fosse per la presenza di turisti potrebbero passare per piccoli villaggi locali.

L’Eco Dive – che opera dal 2006 – può ospitare 12 persone per volta, non di più, proprio per cercare di mantenere il luogo più integro possibili. I bungalow in legno stile locale, tutti allineati lungo la spiaggia, sono forniti del necessario, ma non del superfluo, nel desiderio di rimanere il più possibile aderenti alla realtà del luogo. Ciascuno munito di veranda e poltrone in legno. Il ristorante, dove si servono anche snack e bibite, è il punto dove ci si raccoglie a fine giornata. Vengono serviti piatti indonesiani e della cucina internazionale. Il centro sub dispone delle attrezzature necessarie e delle imbarcazioni per le uscite che possono ospitare sei subacquei. Tutti i siti sono raggiungibili con una navigazione compresa tra i 5 e trenta minuti e le guide sono molto attente alla sicurezza degli ospiti. In alcuni siti, specie tra Pantar e Pura Island, la corrente può essere davvero molto forte e questo consiglia una particolare attenzione.

L’Alami Alor – aperto nel giugno 2015 -, affacciato sulla Baia di Kalabahi è molto piccolo, ha solo quattro bungalow e fornisce un servizio quasi personalizzato. E’ inserito in un contesto locale, in prossimità di villaggi dove vivono i pescatori del luogo. I bungalow (5 in totale) sono in riva al mare inseriti in un giardino tropicale realizzati come la dining lounge e il centro sub in stile e materiali locali. Lo scuba center è ottimamente attrezzato e dispone di proprie imbarcazioni per le uscite giornaliere.