Fu una base dei Confederati durante la Guerra Civile Americana (1861-1865) che contrabbandavano armi verso la Florida. Anni dopo divenne famosa per il contrabbando dei liquori durante il periodo del proibizionismo (1920-1933). Grandi barche molto veloci per l’epoca facevano la spola dal West End della Grande Bahama verso le coste della Florida 55 miglia distanti. Poi anche questo periodo d’oro terminò e il piccolo villaggio all’estremità occidentale dell’isola tornò alle vecchie origini: la pesca e i turisti appassionati di pesca che Hemingway evocava tornarono a popolare i pochi e simpatici decadenti alberghi. Fino ad un paio di anni fa quando un investimento internazionale non ha riportato al vecchio splendore l’Old Bahama Bay con case, porto turistico, pista aerea tanto da rendere attraente questa parte di isola.
Un braccio di terra emersa piegato che fa da sponda alla Corrente del Golfo che qui si incanala prima di procedere verso l’Atlantico, Corrente che porta con se non solo acque temperate di cui beneficiano anche le coste europee ma una infinità di vita marina che si sposta lungo questo immenso e profondo canalone. La terra emersa termina con questa propaggine, ma appena sotto la superficie di poche decine di centimetri continua per chilometri sviluppandosi in un enorme bacino poco profondo che prende il nome di Little Bahama Bank chiuso in una possente barriera corallina per lo più non visitabile data la distanza.
Da tempo si sapeva che queste acque erano “infestate” dai grandi abitanti del mare dai tonni agli squali ed altre specie adorate dai pescatori. Nessuno, se non sporadicamente, ci si era immerso cercando di capire cosa davvero si agitasse sotto la superficie. Fondali abituali dei cacciatori di tesori che raccolsero per anni gli avanzi di ricchi naufragi spagnoli.
Vuoi per la ricerca marina condotta da un istituto di ricerca con base a Bimini, piccolo terra emersa a sud dell’isola maggiore, vuoi per la curiosità innata dei subacquei sempre alla ricerca di fondali vergini da esplorare qualcuno scoprì che nelle anse delle ultime propaggini del West End andava in atto uno spettacolo unico nel suo genere. Barche charter iniziarono la loro rotta dirette verso Tiger Beach, soprannominata così per il suo particolare abitante, ma l’area selvaggia e lontana offriva una permanenza non troppo confortevole in un ambiente selvaggio.
Di questo luogo non si seppe più nulla fino a quando Stuart Cove, subacqueo di vecchia data, che aprì a Nassau uno dei primi centri subacquei dell’arcipelago, non riscoprì queste acque e fondali dando il via ad una nuova operazione.
Tiger Beach, con una navigazione di 30 minuti (massimo 10 subacquei per gommone veloce), una sistemazione alberghiera cinque stelle in un ambiente caraibi vecchio stile, è disponibile per l’osservazione diretta di squali tigre, lemon, reef shark ed a seconda la stagione anche dei martello. Una novità assoluta nel panorama di questa parte di Oceano Atlantico dove i grandi predatori esistono da sempre ma mai si erano visti in concentrazioni così elevate.
Tiger Beach è ovviamente l’attrazione maggiore di questa località ma anche il resto non è da meno. I bassi fondali che sono l’argine naturale della Corrente del Golfo se per la parte iniziale sono sabbiosi nella parte più a nord diventano un intrico di coralli e pareti vertiginose. Talmente ramificate e spesse che sono state trappole mortali per la navigazione di tutti i tempi. Habitat perfetto per innumerevoli specie marine che qui possono proliferare in santa pace lontani da ogni possibile attacco umano.
L’arcipelago delle Bahama è sempre stato considerato come luogo di grande fruibilità turistica, super popolato e facilmente accessibile. Non è così, anzi ad esclusione della capitale Nassau, tutto il resto è ancora molto “selvaggio” spesso poco abitato e difficile da raggiungere. Benché sia sulla soglia di casa di uno degli Stati americani ricchi e famosi per il divertimento di massa.