C’è un quotidiano internazionale di lingua inglese che per spiegare cosa sia l’isola di Mafia, Tanzania, racconta ai lettori che non è l’isola della “famiglia” italiana che tanto si è fatta conoscere in giro per il mondo. Spiega anche che neppure i suoi componenti l’hanno fondata e che in assoluto non ha legami né con loro né con il nostro Paese.
In effetti anche da noi qualcuno si è chiesto del perché di quella denominazione per un lembo di terra africana piantata nell’oceano Indiano dove nessuno dei nostri avi è mai andato a piantarci una bandiera.
Secondo i più recenti studi etimologici il termine mafia dato all’isola può essere la distorsione della parola araba morfiyeh che significa “gruppo” oppure del termine in lingua franca swahili mahali pa afia (luogo tranquillo dove abitare) che ha una forte assonanza con il termine attuale. L’influenza araba risale all’ VIII° sec. Dal 1820 i tedeschi se la comprano dal Sultano dello Zanzibar, diventa poi possesso degli inglesi nel 1915 dopo che i tedeschi hanno perso la guerra.

Sono, in sintesi, i passaggi fondamentali della storia di questa piccola isola appartenente alla Tanzania che viene riscoperta negli anni sessanta del secolo scorso. Le informazioni al riguardo sono poco. Però si ricorda bene come un noto mensile di attività subacquea dell’epoca pubblicasse, a colori ed a più riprese, le fotografie di questa straordinaria natura sommersa scattate appunto in quest’isola africana dal nome così emblematico.

Si scopre così il suo mare e ciò che vi abita. Fino ad arrivare ad oggi quando anche le più popolari testate giornalistiche internazionali infilano Mafia come una delle dieci migliori località, anzi una delle dieci migliori spiagge, al mondo.
Per la verità non è tanto la lunghezza della battigia a colpire. E’ che questo lembo di terra è un sunto condensato dell’intero Continente africano, i ben scriventi direbbero un archetipo un po’ scontato delle nostre conoscenze. Fin dall’arrivo vi si trova, in porzione più piccola, quello che si troverebbe in qualsiasi altra destinazione. Sulla minuta pista dove il piccolo aereo che fa servizio da Dar es Salaam si trova la confusione colorata tipica di questi luoghi. C’è il fuoristrada polveroso appena al di là della barriera doganale, i bambini che corrono, i bagagli che prendono apparentemente direzioni diverse, la gente indaffarata, le vecchie indicazioni sempre valide, tutto avvolto nella lentezza dell’indole locale. Non c’è fretta, pole pole “piano piano” in lingua locale.

Poi è la natura a farla da padrona. Solo transitando per raggiungere il lodge scelto si osserva e si sente il verde aggressivo dell’Africa, dove nulla è piccolo e modesto. Tutto gigantesco, rigoglioso, straripante, fitto, con foglie enormi, fusti altissimi, le medesime piante che da noi sopravvivono a stento.
C’è il limite verde, poi l’azzurro sconfinato dell’oceano, apparentemente immobile, che costantemente, con una marea che sale e scende, lambisce prima e inonda poi spiagge e strade fino ad obbligare la gente ai suoi ritmi.
In teoria Mafia è un arcipelago, la più estesa delle isole è proprio Chole Shamba (Mafia), le altre o molto piccole o disabitate. Shamba ospita gli insediamenti più conosciuti, tradizionali, popolosi. Da qui si esplora il territorio interno ed esterno come le due isolette di Chole, che chiude la baia principale, o di Jibondo più a nord, dove la vegetazione è padrona. Isolette abitate a fasi alterne da pescatori raccolti in piccoli villaggi dove costruiscono gli arnesi per la pesca, imbarcazioni comprese.
A Chole qualcuno ha anche realizzato un curioso lodge tra i rami di un enorme baobab per dare una senso di maggior Africa a chi vuol soggiornare guardando questa terrà dall’alto.
Shamba si percorre sull’unica strada esistente fino al punto più settentrionale dove da un vecchio faro si ammira un panorama a 360°. Roccia piatta che con il ritirarsi della marea espone i suoi gioielli marini, una vasta raccolta di anemoni di mare colorati, alghe e coralli che fa capire come mai da queste parti vi sia un incessante andirivieni di piccole imbarcazioni a bilanciere. Con l’acqua così bassa è divertente osservare i pesci intrappolati nelle pozze d’acqua e andare a caccia di immagini poco consuete.
Shamba Chole, oramai si è capito, non è una destinazione per chi vuole solo mare e fondali popolosi. Piuttosto per coloro, come si è detto prima, che desiderano anche ritagliarsi una cartolina di un Continente, di voler assaggiare suoni, odori, colori inconsueti.
Magari anche visitando, perché no, una modesta porzione di oceano dentro al Parco Marino, oasi protetta dal WWF International, di 50 chilometri quadrati con una profondità tra 1 e 28 metri. In questo ricco appezzamento di terreno marino è possibile anche effettuare immersioni guidate; grazie alla tutela del personale del Marine Park, ma soprattutto alla ricchezza dell’oceano, vi è la possibilità di poter osservare un ampio ventaglio di coralli, pesci, sistemi corallini poco profondi sul lato verso terra e a crescita lenta verso l’oceano aperto.
In molti casi, sfruttando la marea, è sufficiente maschera e pinne per potersi avvicinare a questo quadro marino. Indossando le bombole abbiamo sicuramente un’altra opportunità per una visita più accurata ed a seconda la stagionalità si possono incontrare esemplari di notevole interesse. L’andare sott’acqua non esclude a priori altre attività o visite. Non si possono tralasciare visite alle piccole comunità sparse sull’isola. Vedere ad esempio come si tesse una vela, l’unico vero motore di tutte le imbarcazioni isolane, o come si intaglia il legno con strumenti da noi dimenticati per costruire un’imbarcazione o una capanna, o come si realizza un tetto di foglie intrecciate riparo da piogge torrenziali. Ovvio che ci si interessarsi della gente e delle tradizioni isolane: verrà naturale chiedere. Una nota curiosa. I più antichi abitanti di Mafia sono Shatri la nobiltà dell’isola, possessori di terre, che arrivano da luoghi lontane. Qualcuno suggerisce Yemen, ma i Shatri si sentono discendenti del Profeta. Una lunga e curiosa storia da ascoltare, una migrazione altrettanto interessante.

Ciò che colpisce dei fondali di Mafia è la varietà di pesce che si incontra, i più frequenti quelli di barriera, ma non solo. Ci sono i pelagici che si intrufolano, veloci, a catturare prede. Tutto influenzato dalla marea che ha un’escursione, va ricordato, di circa tre metri e che influenza la visibilità dando un tocco di mistero molto piacevole alle immersioni. Un cenno particolare ai piccoli pesci giovanili di barriera, che si distinguono per la loro livrea, e che sono di grande soddisfazione per gli amanti della fotografia.
I siti per le immersioni possono essere all’interno della laguna, ma anche oltre a seconda la stagione. Coral Garden, Chole Wall e Kinasi Pass, sono i più noti e frequentati, ma vi possono esser escursioni scuba e snorkeling in altri siti ove tra l’altro è possibile, a seconda la stagione, l’incontro con grandi animali marini come le megattere.

Mafia Lodge

Pole Pole Lodge

Soggiornare a Mafia non pone problemi. I lodge che propone Aquadiving Tours sono di ottima qualità. Lo Shamba Kilole Eco Lodge, da molti anni sull’isola, a gestione italiana e con un centro immersioni cinque stelle Padi professionale e accreditato. Il Lodge, all’interno di un giardino di alberi d’alto fusto, non è direttamente sulla spiaggia, ma fronte mare e con vista mozzafiato sull’Arcipelago di Mafia. Dispone di soli 6 bungalow (3 Chalet e 3 Suite), sinonimo di privacy e quiete.
In alternativa abbiamo il Mafia Lodge, l’unico con una bellissima spiaggia che non si allaga con la marea. La struttura si affaccia sul mare con un ampio salone dal soffitto alto tipicamente africano e l’intero lodge dispone di una quarantina di stanze.

Informazioni utili
La Tanzania gode di un piacevole clima tropicale, con temperature dell’ aria mediamente comprese tra i 18° e i 32° e dell’ acqua tra i 30° e i 27°. Possiamo suddividere il clima di Mafia Island in: da aprile a maggio stagione delle grandi piogge (detta “Masika”); da ottobre a novembre stagione delle piccole piogge (detta “Vuli”); da giugno ad ottobre stagione secca (sconsigliata per le immersioni a causa dei forti venti e mare mosso); da novembre a marzo la stagione calda (la migliore per l’ attività subacquea). Per entrare in Tanzania occorre il visto per turismo che si ottiene all’arrivo previo pagamento di 50 $. La corrente è a 220/240 volt. La lingua nazionale è il Kiswahili ma l’inglese è diffusamente parlato e scritto. Moneta: scellino tanzaniano (cambio direttamente in aeroporto)